Bianco e azzurro. Bianco e azzurro come i blocchi rocciosi del porto di Giulianova e il cielo limpido di Alba Adriatica. Bianco e azzurro come la scorta della polizia che ha accompagnato uno per uno tutti i 142 atleti partiti. Bianco e azzurro come la maglia della Trevigiani Dynamon Bottoli che ha letteralmente dominato la cronometro individuale di oggi. Dominano sulla sesta tappa i colori bianco e azzurro, come se il deus ex machina avesse voluto compensare (o scusarsi?) del grigio che ha fatto da contesto alla frazione epica di ieri. Per tornare al nostro film, la Trevigiani ha vinto l'Oscar come miglior attrice, Marco Milesi l'Oscar come miglior regista, un premio rappresentato nel caso specifico dalla Maglia etica arancionera consegnata al ds della squadra veneta perche' ha assistito, aiutato e spinto il campione italiano della specialita' Matteo Mammini colpito da una foratura. Milesi in sede di premiazione ha comunicato che venerdi', alla partenza della settima tappa dopo la (meritata) giornata di riposo, la Maglia etica verra' indossata proprio da Jakub Novak, lo splendido e atteso vincitore sul rettilineo posto al fianco della pineta di Piazzetta Abruzzo. Insomma, come si e' sussurrato da alcune parti, il Girobio non sembra manco piu' un film, sembra una poesia. Solo che qui e' tutto vero. Cosi' vero che sembra finto. Tanto che gli invidiosi stentano a crederci; vedono ogni piccola nuvoletta che si affaccia in questo cielo azzurro (bianco, e azzurro) ed esclamano "sta per diluviare!". Potra' anche diluviare sulla gara agonistica, ma non sul Girobio: dopo il tappone dolomitico (non si era sulle Dolomiti, ma pazienza), con un freddo nubifragio in corso gli atleti hanno aspettato pazientemente per effettuare l'antidoping, mentre i non sorteggiati si riscaldavano dentro ai pullman dell'organizzazione scherzando, mangiando, e godendo di quella sensazione che ti fa dire "il peggio e' passato!". Del resto, dopo aver scalato una salita di 25 chilometri e dopo che ti sei reso conto di aver dominato con la tua forza una montagna come il Gran Sasso, ti senti l'uomo piu' felice del mondo. No, sul Girobio splende ancora un bellissimo sole. Un sole giallo come le pettorine degli addetti alla sicurezza che hanno presidiato il percorso in tutti i 12mila metri della pista ciclabile sulla quale si e' svolta questa suggestiva cronometro individuale. Una persona ogni 50 metri: decine di volontari hanno garantito la sicurezza e ha regolarizzato gli accessi ai bagni della marea umana che si e' riversata sulle spiagge in una giornata magnifica. Un modo per armonizzare l'evento ciclistico in un contesto beato e festoso. Un modo per dimostrare che le piste ciclabili servono. Un modo per ringraziare i fautori di questa pista ciclabile che, contro l'opinione comune dei concittadini, riuscirono a strappare una striscia di terreno al rombo dei motori.
Luca Trippi
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